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Egon Schiele- La famiglia

Egon Schiele- La famiglia

16/06/2022

Nato a Tullin an der Donau (Austria), Egon Schiele è stato uno dei maggiori pittori figurativi dell’inizio del ‘900, un protagonista assoluto dell’espressionismo viennese ed un incisore.

Nonostante la sua vita si è spenta a soli 28 anni, l’artista austriaco ci ha lasciato numerosi capolavori: circa 340 dipinti e 2800 tra disegni ed acquerelli. La comunicazione del disaggio interiore, l’introspezione ed una grande intensità espressiva sono le peculiarità che caratterizzano i lavori di Schiele e questo stile lo troviamo anche nel dipinto “La famiglia”.

La famiglia: un lavoro che rappresenta un presagio triste di un destino segnato dalla febbre spagnola

La febbre spagnola fece milioni di morti, senza distinzioni e tra le vittime di questa piaga ci furono anche Egon Schiele e sua moglie Edith. Quando la donna si ammalò era incinta di sei mesi e l’artista, nonostante i rischi le rimase accanto fino alla sua morte che si verificò il 28 ottobre 1918. In seguito, probabilmente contagiato proprio dalla moglie morente, Egon Schiele muore dopo appena tre giorni dalla morte di Edith, ma nei mesi precedenti aveva dipinto un quadro chiamato “La famiglia”, lavoro che raffigurava la famiglia Schiele proiettata nel futuro. Nel dipinto si vede l’artista, la moglie ed il bambino già nato, quindi si presume che nel momento in cui ha realizzato quest’opera l’artista non avesse idea del triste destino che attendeva lui e la sua famiglia.

Anche in questo dipinto Egon Schiele ha applicato la sua tecnica che lo distingueva dagli altri artisti ed i corpi appaiono nudi, stanchi, spigolosi e persino leggermente erotici. Come in tanti altri lavori, anche in questo caso il pittore ha utilizzato toni scuri e cupi che trasmettono una certa ansia nell’osservatore, inoltre questa scelta crea anche una sorta di barriera invisibile tra le figure presenti nel quadro, anche se nell’immagine appaiono insieme. Le sofferenze della vita traspaiono attraverso i volti e la scelta dei colori cupi rendono il quadro malinconico, denso e quasi violento, caratteristiche decisamente forti che, visto il destino che attendeva la famiglia Schiele oggi rendono questo quadro un presagio negativo riguardo il destino che attendeva Edith, Egon ed il loro bambino.

Conosciuta nel 1914, Edith diventa sin da subito la musa ispiratrice di Egon Schiele e la ritrae tantissime volte, inoltre l’influenza positiva della donna si vede anche in diversi lavori. Infatti, Egon con Edith trova la felicità, finalmente è più sereno e questo traspare anche da numerosi quadri che realizza da quando aveva conosciuto la moglie. I colori in questo periodo sono meno “sofferenti”, i colori sono leggermente più blandi e persino il quadro “La famiglia” inizialmente nasce con un altro nome: “Coppia accovacciata”, ma successivamente, forse tenendo conto dell’aria che si respirava in quel periodo, l’artista decide di modificare sia il titolo che i colori e le caratteristiche delle figure rappresentate. Così, “La famiglia” diventa solo un sogno per Egon Schiele e il quadro che inizialmente presentava linee più morbide e colori più vivi si trasforma in un dipinto triste, angosciante, come se l’artista volesse comunicare attraverso il dipinto il triste destino che stava per compiersi.

Articolo a cura di: Aurora Caraman

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